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Adrian Smith: "Quando arrivammo per la prima volta in America usai alcol e droghe per reggere"



Il mondo del rock e del metal, specialmente quello degli anni '80, è famoso per non essere così salutare. Le storie di droghe e alcol sono innumerevoli, tra artisti che ce l'hanno fatta e altri che invece si sono bruciati troppo presto.


Gli Iron Maiden sono famosi per essere uno di quei pochi gruppi che sono riusciti a sopravvivere senza abusare di sostanze stupefacenti (e chi ne abusava veniva cacciato), ma questo non vuol dire che la band non ne facesse comunque uso.


In una recente intervista con Kerrang!, il chitarrista dei Maiden Adrian Smith ha parlato della pressione che ha sentito subito dopo essere entrato nella band, e di come la droga e l'alcol l'hanno aiutato ad andare avanti:


Non voglio passare per quello che si piange addosso, “Povero me”, ma la depressione è stata sicuramente parte della persona che ero negli anni ’80. L’ultimo concerto che suonai prima di unirmi agli Iron Maiden era in un pub di Londra; mi ricordo che salii sull’autobus con il mio wah-wah in un sacchetto della Tesco, suonai il concerto, e quello successivo con gli Iron Maiden era enorme. Una bella differenza! Con spavalderia riuscii ad affrontare il primo tour, poi cominciai a realizzare – la gente pagava un sacco di soldi per vederci e c’erano tantissimi grandi musicisti in giro, il che era molto competitivo. A volte questo mi sopraffaceva, e quando arrivammo in America cominciai ad usare alcol e droghe come sostegno. Ma devi affrontare queste cose, e sapere questo mi fa capire che non ho più gli stessi problemi di allora. Fa tutto parte del crescere.


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