Vi ricordate la recensione negativa di Senjutsu presente sull'edizione tedesca di Metal Hammer? Non era la sola presente su quel numero, e oggi ve ne riportiamo un'altra. Positiva? Leggetela e fate voi!
"SENJUTSU è il crogiolo di tutti gli album degli Iron Maiden post 2000: l'epicità di BRAVE NEW WORLD, le orchestrazioni di DANCE OF DEATH, la vena progressive di A MATTER OF LIFE AND DEATH, la varietà di THE FINAL FRONTIER e la dimensione di THE BOOK OF SOULS.
Ora, queste uscite non hanno tutte la stessa popolarità tra i fans: grandiose, discutibili, eccitanti, dirompenti, brillanti - una situazione non proprio fortunata per SENJUTSU, specialmente dal momento che contiene anche elementi degli album meno popolari.
Nessun dubbio: alcune canzoni potevano essere accorciate ("The Parchment"), alcune potevano finire senza un'altra parte strumentale, avrebbero dovuto rivedere la sequenza delle canzoni e, si, un doppio album è impegnativo. Ma questo è come han fatto le cose per 20 anni: non ci saranno pezzi da 4 minuti fatti per il grande pubblico (anche perché i tre chitarristi vogliono tutti il proprio assolo). Quello che la band produce in termini di melodie, armonie, dinamiche e storie nessuno, nessuno può arrivare a questo livello. Quei grandiosi ritornelli su SENJUTSU sono una rarità, ma anche un punto debole dell'album vista la cattiva produzione, che spesso non riesce a risaltare Bruce Dickinson. L'album tuttavia migliora ad ogni ascolto (anche l'ingombrante introduzione si rivela un pezzo epico), provando la continua classe della band e delle canzoni.
Chi riesce ad accettare questo, sarà ricompensato con un'ora e mezza di musica appagante"